Alberto Brasioli legge
Dall’autrice del best seller “Donne che ballano coi lupi”, un libro fortemente poetico in cui narrando la propria storia e le storie della propria infanzia, l’autrice parla del senso della vita, del legame con il mondo che abitiamo e del compito che ciascuno di noi ha in questo giardino dell’Eden, “perché non esiste cosa priva di valore, tutto può essere usato per un qualche motivo, nel giardino di Dio c’è un’utilità per chiunque e per qualunque cosa”.
Bellissima proposta di un’autrice che ignoravo. Grazie all’Associazione e ad Alberto Brasioli per avermela fatta conoscere! E bellissima ed edificante è la storia dell’albero: senza voler ‘spoilerare’ (come oggi usa dire), mi è molto piaciuto il fatto che le prime considerazioni dell’abete riguardano l’esteriorità, che pure è appagante; ma la verità su di sé è data dal passaggio all’interiorità, nel momento in cui vede i vecchietti davanti al camino. E la realizzazione di sé è l’amore che parte da dentro ma si esplica irraggiandosi verso l’esterno. Grandioso e struggente esempio in immagine della letizia che sperimenta chi impara ad aderire consapevolmente al proprio destino. Mirabile la lettura/interpretazione di Alberto, che con passione e maestria dà voce e vita non solo ai personaggi, ma anche alla natura animata e inanimata (ma è davvero inanimata? Ah, già, all’epoca la parola non era esclusiva dell’uomo!). Ancora grazie! Continuate così! Raffaele P.
Alberto mi frega sempre mi frega nel senso che mi attira mi coinvolge mi incanta Stamani avevo un sacco di cose da fare la posta banca la spesa telefonate varie mi sono detto:” ascoltiamo adesso che poi stasera lo ascolto con più attenzione” invece no la sua lettura mi ha preso così tanto che la posta la banca possono aspettare, Alberto no
GRAZIE per il racconto di questa storia piena di poesia:la vita è più grande di tutto.
Ci fa venir voglia di acquistare e rileggere il libro….
Grazie davvero per un’esperienza tanto bella quanto inusuale. Quella di una doppia lettura: del testo e insieme di ciò che la lettura produce al lettore. Un testo che si riscrive nei toni e nei colori della voce. Commoventi ( che muovono insieme) come i segni scritti sulla carta
Belle queste occasioni di ascolti che sono carezze per cuore e mente. Grazie.
Grazie per questa esperienza per me unica: il racconto curato e coinvolgente di Alberto, rende più semplice immedesimarsi nella bambina e nella storia stessa di questo bel libro. Essere contenti di sé in ogni situazione non è assolutamente scontato.
Carissimo Alberto, grazie! Semplicemente straordinario il tuo modo di leggere, interpretare e animare questo racconto con il corpo che tutto intero partecipa: le inflessioni della voce, i movimenti degli occhi, delle dita, delle mani, delle braccia sono il frutto della tua grande ricchezza di umanità (dono che sempre ho ammirato in te) e di una appassionata esperienza di amore di padre, che da vari anni si è arricchita di quella di nonno felice di una folta discendenza di nipoti.
Dietro il magico incantesimo di questa fiaba, delicata e profonda – che ancora non conoscevo come neppure la sua autrice -, si leva un inno alla vita soprattutto là dove suggerisce che l’unico modo per gustarla fino in fondo, è saperne fare dono.
Tra l’altro, stupendo e attualissimo il passaggio risolutivo della storia, quando lo zio-narratore chiede alla bambina di dargli la chiave per proseguire: “Significa caro zio che, se anche pensiamo di seguire la mappa giusta… Se Dio d’improvviso decide di sollevare la strada… E mette altrove la strada e noi! Eh?” “Con te la scuola non è sprecata, bambina mia!… È esattamente così!”. Qui il pensiero non poteva non andare alle sgangherate reazioni davanti alla pandemia che ci ha colpito dallo stupido, infondato ottimismo, al più nero pessimismo condito di rabbia e risentimento, tutte posizioni che impediscono di fare i conti con la realtà.
Ma anche un altro punto di queste letture descrive drammaticamente la terra dell’anima di tanta umanità contemporanea: “Gli alberi – mi disse (lo zio) – non sarebbero mai venuti se la terra era seminata, perché i semi della nuova vita non trovano ospitalità né motivo per riposare qui, se non lasciamo tutto libero, se non lasciamo tutto nudo, affinché un bosco di semi trovi ospitale il posto”. Quanti tra noi sono disponibili a lasciare libero nella propria anima uno spazio anche piccolo di terreno perché vi trovino ospitalità i semi di una nuova vita?
Nei prossimi giorni quando potremo finalmente di nuovo tornare a incontrare e riabbracciare i nostri nipoti anche a loro farò dono di questi filmati e ciascuno a suo modo ne saprà certo cogliere il messaggio profondo.
Ho ascoltato assorta la storia dell’albero che in fondo è la storia di tutti noi e delle nostre vite con le nostre speranze e le nostre illusioni. Ogni fase della nostra ha infatti i suoi momenti caratteristici che rivedo e ritrovo nei suoi momenti salienti: nel desiderio di essere altro, di essere altrove, con altra compagnia, celebrato e adornato come noi nelle varie feste e anniversari; Evidente l’uso che di noi fanno gli altri incuranti dei nostra essenza e della nostra peculiarità. L’albero, pur ancora giovane e piccolo, con la sola esperienza altrui, per fortuna ha mille risorse e ad ognuna riconosce la sua funzione. Nella sua generosità e grandezza di animo attribuisce ad essa un valore che va oltre se stesso. Un’ottima lezione, almeno per me.