La Storia del Manoscritto
La storia di Vita e destino è anche la storia del suo manoscritto e del suo autore: un uomo normale nel quale il fascino del vero prevalse persino sul desiderio di successo. La rocambolesca storia del passaggio a occidente del microfilm e tutte le vicende del manoscritto testimoniano che la verità è inarrestabile.
Grossman aveva infatti affidato una copia del suo manoscritto allo scrittore Lipkin e un’altra copia a Viaceslav Ivanovic, un vecchio amico d’infanzia.
Lipkin alla morte di Grossman tenta di far arrivare il romanzo clandestinamente in Occidente facendo due microfilm che nel 1978, Rosemarie Ziegler, ricercatrice austriaca in Slavistica, porta oltre il confine nascondendoli in una “scatoletta” non più grande di un pacchetto di sigarette.
A Parigi, la “scatoletta” viene consegnata a Efim Etkind, illustre critico e filologo. Ma nessun editore vuole pubblicare l’ennesimo “romanzo di guerra”. Lo fa Vladimir Dimitrievic, editore svizzero di nazionalità serba che, insieme a Simon Markis, Etkind svolge un accurato lavoro filologico per mettere insieme i due microfilm e ricostruire le parti che la qualità pessima delle fotografie ha lasciato incomplete.
Nel 1980 esce, pubblicata da L’Age D’Homme, la prima edizione di Vita e destino, in russo e con varie lacune. Da questa edizione derivano le prime traduzioni in francese (L’Age d’Homme, 1981) e in italiano (Jack Book, 1982). Nel 1988 il romanzo approda finalmente in Russia. Vita e destino viene pubblicato prima a puntate nella rivista “Oktjabr” e poi in volume dall’editore “Knišnaja Palata”.
L’altra copia, che era stata affidata a Viaceslav Ivanovic viene nascosta in cantina dalla moglie di questi, Vera Ivanovna, quando egli muore improvvisamente in un incidente stradale.
Solo dopo l’uscita in Russia dell’edizione di Lossana, Vera Ivanovna consegna agli eredi di Grossman la propria copia di Vita e destino con le correzioni autografe. È finalmente l’edizione integrale, che viene pubblicata a Mosca nel 1990. L’intestazione recita: “Secondo il manoscritto dell’autore”.
[Redazione Centro Studi V. Grossman – Articolo pubblicato il: 27/07/2006]