Pennino Finnegan e la fabbrica di baci

Niente vale come la libertà

Un’avventura con risvolti da giallo vero e proprio, che rendono piacevole e agile una lettura anche ricca di spunti di riflessione.
Sullo sfondo la tirannia del consumismo che arriva a rendere anche l’affetto oggetto di commercio.

Nella città di Pennino non può esistere la gratuità. Nessuno ne è più capace. Non a caso il paese si chiama Semprefreddo.

“Non era un nome scelto a caso. In quel paese, infatti, faceva sempre un gran freddo. Così freddo che anche la primavera, freddolosa di natura, non arrivava mai. Figuriamoci l’estate!
Così freddo che per mangiare i ghiaccioli bisognava prima scaldarli nel microonde. Così freddo che i pupazzi di neve erano tutti a letto col raffreddore. Insomma, nel paese di Semprefreddo era sempre inverno”.

(…)
Correvano tutti a tapparsi in casa. Anche se neanche la casa era poi tanto calda. Perché, sarà stato per il freddo fuori, sarà stato per la difficoltà di parlarsi, ma faceva freddissimo anche dentro le case.
Un freddo terribile, arcigno, che insieme alle cose congelava anche le anime delle persone.

Freddo nelle case, è vero, ma non nei negozi! Come per miracolo, infatti, in qualunque luogo ci fosse da comprare qualcosa, faceva sempre un caldo meraviglioso… Un tepore avvolgente e morbido, attraente e profumato come una cioccolata con la panna!

Stranamente chi cerca di porre qualche obiezione sparisce misteriosamente. Così è accaduto anche al padre di Pennino che, da giornalista, aveva cominciato a fare un po’ troppe domande.

Persino i baci sono prodotti in fabbrica!

Ed è da qui che cominciano i guai di Pennino, che si è dimenticato di comprare i baci per la festa della mamma!

Che fare?
Eh beh, non posso raccontarvi tutto io!

Vi dirò solo che a Pennino non manca lo spirito di iniziativa e che nel suo cammino incontrerà tanti amici che, anche quando sarà scoraggiato, gli ricorderanno che nulla è più importante della libertà e che per questa vale sempre la pena di lottare.

A quel punto Pennino le si mise davanti, bloccandole il passaggio. «Mi dispiace, ma da qui non si esce! È troppo pericoloso!», disse mettendosi a
guardia dell’uscita.
«Sarà pure pericoloso! Ma quello che c’è là fuori vale il rischio!», rispose Bottoncino spingendo tutti da parte e aprendo la porta.

E che questa libertà possiamo sempre decidere come usarla: sta a noi scegliere se lasciarci sopraffare del desiderio di vendetta e diventare come i cattivi che vogliamo combattere oppure rompere la spirale e abbracciare anche i nostri nemici.

“Questa sì che era la fine giusta per lui”, pensò Pennino guardandolo scomparire nei gorghi, circondato da migliaia di baci congelati.
“Ma era davvero questa la fine giusta?” pensò subito dopo, come se le sue idee fossero legate a uno yo-yo, partendo come certezze e tornando indietro come dubbi. Era proprio quella la punizione che si meritava quell’uomo? O forse, lasciarlo congelare e diventare una statua, voleva dire diventare cattivi
come lui?
Senza pensarci due volte, Pennino si gettò nelle acque ghiacciate e scese in fondo alla vasca a cercare il corpo del signor Cuordipietra.

Un’ultima annotazione da lettrice- mamma: cosa ci permette di imparare di nuovo ad amare? Pensare a chi da sempre ci ama di un amore gratuito e disinteressato.

Un libro che parla di coraggio, desiderio di libertà, lotta per conquistarla, affetti famigliari, amicizia.

In brossura, si presta ad una lettura agile. I caratteri sono grandi e chiari e le righe ben distanziate. La sottile suspance che accompagna tutta la narrazione porta il lettore a seguire bene gli avvenimenti e a desiderare di scoprire il finale.

Autore Nicola Brunialti
Editore Lapis
Anno edizione 2010
Pagine 180 p., ill. , Brossura

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