Famiglia, quanto bene!
Ogni genitore della mia generazione non può non ricordarsi il telefilm, come allora si chiamavano le serie tv, della casa nella prateria. Ecco, è tratto da questo libro. O meglio da questa serie di libri, nove in tutto, uno più bello dell’altro.
Per chi però se lo fosse perso, la saga narra di una famiglia di pioneri, partiti alla fine dell’ottocento dal Wisconsin e diretta nelle grandi praterie del Missouri, dove vivrà in una fattoria, grazie al duro lavoro di tutti, con pochi soldi, ma tanto affetto, buoni principi, belle amicizie.
La storia è autobiografica e, come affermato dalla stessa autrice, è tutta vera anche se non è tutta la verità. Con questo Laura Ingalls Wilder, che ha iniziato a scrivere all’età di 64 anni, negli anni della grande depressione in America, vuole dirci che la vita è complessa, ma è guardando al positivo che vi è in essa che si può andare avanti e costruire.
E’ questo l’ottimismo che caratterizza la famiglia della casa nella prateria, oltre alla capacità di attenzione e di aiuto reciproco e alla disponibilità al sacrificio per un bene comune più grande.
Nello scorrere delle pagine, si incontrano le feste di paese, la nascita di cuccioli, i dolci di granturco, i giochi con le sorelle, ma anche gli indiani allontananti dalle loro terre, le tempeste o al contrario la siccità che distruggono l’intero raccolto, gli incendi che devastano le case.
E sempre si riparte, dopo un abbraccio che dice la gratitudine di essere ancora tutti insieme, contando ciò che si possiede sulle dita di una mano: un nastro per capelli, una bambola di stoffa, una tazza di latta.
In brossura, è scorrevole, anche se riflessivo. Più adatto ad un pubblico femminile, ha il pregio di essere il primo di una serie che, se apprezzata, permette di continuare l’avventura.
Autore Laura Ingalls Wilder
Editore Gallucci
Anno edizione 2015
Pagine 185 p., ill. , Brossura